Gli aspetti storici di Villa Viani

Da quel momento Villa Viani vive un lungo periodo di sviluppo, legato all’olivicoltura, fino a quando non si definirà come parrocchia autonoma nel 1619. Il passaggio ai Savoia aumenta la natura e la qualità dei traffici favorevoli verso l’entroterra piemontese. Tutto questo nonostante due difficili momenti bellici, nel 1614 e nel 1625, che comportano la distruzione del castello di Bestagno. Nel 1698 Villa Viani contava 80 “fuochi” (famiglie), corrispondenti a circa 400 persone. Nel 1734 sappiamo che il paese aveva 358 abitanti. Fra XVIII e XIX secolo si amplia il territorio coltivato ad olivo, fino alla massima estensione possibile. A metà Settecento il territorio delle Ville (Viani e Guardia) con Sant’Agata, Sarola e Candeasco, giungeva a produrre 2.400 rubbi annuali d’olio, paragonabili a circa 20.000 chili. Villa Viani vive momenti difficili durante la fase corrispondente all’arrivo delle truppe rivoluzionarie francesi. La valle viene occupata nel 1792 e poi restituita ai Piemontesi nel 1796. Ne seguono momenti di scontro con la Repubblica Ligure, erede della Repubblica di Genova, con noti combattimenti presso la vicina Collabassa. Anche durante le avanzate delle armate napoleoniche il sistema dei passi di Collabassa e del monte Acquarone hanno avuto molta importanza a livello militare.
La valle dell’Agazza segue le vicende storico-politiche della bassa valle Impero, nota anche come “valle di Oneglia”. Dal punto di vista feudale è importante il ruolo dominante del vescovo di Albenga e l’importanza del vicino castello di Bestagno, che presenta strutture databili tra il XII ed il XIII secolo. La valle di Oneglia viene ceduta dal vescovo ad un ramo della famiglia genovese dei Doria nel 1298. Dopo alterne vicende i Doria cederanno l’area ai Savoia nel 1575. Da quel momento la zona segue le vicende della corona sabauda. La dimensione del popolamento della valle ha uno sviluppo nel corso del XV secolo, anche a causa dell’arrivo di famiglie di lavoratori della pietra di origine lombarda (Barnato e Viani), impegnati nel dissodamento delle terre che venivano sempre più coltivate ad oliveto. Del resto la repubblica di Genova era in quel periodo controllata alternativamente dalla Francia o dal Ducato di Milano. Si ha notizia per la prima volta delle “case dei Viani” nel XV secolo, quando la parrocchia di Villa dei Gatti (località in parte coincidente con la zona dell’attuale Villa Guardia) si separa dalla chiesa matrice di San Michele di Bestagno. Si è nel 1496.
Fra il 1805 ed il 1814 Villa Viani ha fatto parte dell’Impero francese. All’epoca il prefetto Chabrol segnala l’esistenza di Villa Viani all’interno del Comune di Villa Guardia, con duecento abitanti. Villa Guardia era però stata in parte distrutta da una frana del 1802: era completamente scomparso l’abitato di Villa Gatti. La coltivazione dell’olivo, ma anche quella della vite, era individuata come principale risorsa locale. All’inizio del XIX secolo il Pira ricorda che Villa Viani contava 450 abitanti ed il suo territorio forniva 930 barili d’olio. La quantità corrisponde a più di 60.000 litri d’olio. Un barile, infatti corrisponde a 65,48 litri. Nel 1832, nel territorio di Villa Viani, era stata scoperta una cava di pietra per litografie, definita “di ottima qualità”. Nel corso dell’Ottocento la statistica sabauda, nella persona di Goffredo Casalis, individua gli abitanti del luogo come “robusti, dediti ai lavori della campagna e al traffico”. Si ricordano le squadre di muli che allora portavano oli di ogni tipo in Piemonte, tornando con formaggi, grano e carni salate. Con l’unità d’Italia Villa Viani diventa Comune autonomo: una vicenda terminata il 15 gennaio 1928 quando viene unita al Comune di Pontedassio in qualità di frazione assieme a Bestagno e Villa Guardia.